La grande moda del momento, specie da parte di gazzettinari e cosiddetti influencer è quella di attaccare l’amministrazione comunale qualsiasi cosa essa faccia o progetti: si intuisce da quanto suddetto l’oggettività della cosa.
Per questo ci siamo recati di persona a Piazza del Comune per ragionar di lastroni e sanpietrini e l’impressione avuta è stata netta e incontrovertibile: si cammina molto più comodamente sui lastroni e questi ultimi donano molta più luminosità alla piazza.
Ha fatto bene, a nostro avviso, l’assessore Floris (lavori pubblici) a non voler ripristinare il porfito (operazione che sarebbe stata addirittura più costosa) e a percorrere nuove strade, che, tra parentesi, sono anche risultate facilmente percorribili e più scorrevoli se vogliamo.
Viterbo è piena di grigio ovunque, se si può dare un po’ di luce a piazze e strade quando capita non è male, la città medievale ha bisogno, se opportuno, del refresh giusto.
E i lastroni di Piazza del Comune lo sono: ovviamente la campagna antifrontini di vecchi tromboni invecchiatisi nell’immobilismo anche estetico dell’urbe, continuerà a strombazzare di presunte brutture et similia.
Va bè, ma tanto poi è talmente evidente che la mossa del Floris è stata giusta, che cantino pure il loro cacofonico, stantio e fin troppo scontato canto di dolore per viterbesi mai usciti da Viterbo. Gli stonati a caccia di sempre nuove stecche non mancano in città, gradiranno.
(Ezechiele Bernardo Nossari)